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Rhinolophus ferrumequinum Schreber 1774 ferrumequinum Schreber

Rhinolophus ferrumequinum

Nome comune:
Rinolofo maggiore o ferro di cavallo

Sottospecie conosciute:
Rhinolophus ferrumequinum creticus
Rhinolophus ferrumequinum ferrumequinum
Rhinolophus ferrumequinum nippon
Rhinolophus ferrumequinum proximus
Rhinolophus ferrumequinum tragatus

Distribuzione:  La specie è diffusa in gran parte dell'Europa centrale e meridionale (inclusa la parte meridionale della Gran Bretagna), in Africa nord-orientale e ad est in Asia Centrale, fino al Giappone. In Italia, la sottospecie nominale è diffusa in tutto il territorio. Il suo habitat è costituito dalle aree aperte e pianeggianti, in prossimità di formazioni calcaree e con presenza di cespugli e fonti d'acqua permanenti: tende a restare sotto i 1000 m d'altezza, ma occasionalmente sono stati rinvenuti esemplari appartenenti a questa specie anche al di sopra dei 2000 m.

Descrizione:  Misura circa 6 cm di lunghezza, per un peso di 26 g: l'apertura alare media è di circa 36 cm. Il pelo è grigio-brunastro uniforme su tutto il corpo, con tendenza a schiarirsi sul basso ventre e ad assumere tonalità più scure e tendenti al caramello su fronte e tempie ed attorno agli occhi, che sono puntiformi e seminascosti nel pelo. La testa, piuttosto grossa rispetto al corpo, è munita di grandi orecchie romboidali dotate di solchi orizzontali, di colore nerastro e più chiare sul lato interno: il naso, la caratteristica principale della specie ed in generale dei Rinolofidi, è a forma di foglia, appuntito verso l'alto ed arrotondato verso il basso, con sella centrale ad apice arrotondato. Il patagio è di colore nerastro, mentre gli arti, di aspetto gracile rispetto al corpo, sono rosati.

Biologia:  Si tratta di animali dalle abitudini crepuscolari e notturne: passano il giorno a dormire in fessure dei muri od in cavità dei tronchi d'albero. Fra settembre ed aprile la specie va in letargo, anche se questo stato può essere interrotto più volte nel corso dell'inverno: per ibernare, l'animale sceglie cavità sotterranee di varia natura (grotte, cantine), purchè al loro interno la temperatura si mantenga sempre attorno a 10 °C e questi rifugi non siano assai distanti dai quartieri estivi in cui la specie vive (generalmente entro un raggio di 30 km, anche se individui isolati hanno percorso fino a 350 km). L'animale è prevalentemente solitario e tende a riposare appeso per le zampe posteriori al soffitto od alle pareti del luogo in cui si trova: qualora lo si trovi in gruppi, i vari individui (generalmente sempre meno di dieci) mantengono sempre le distanze l'uno dall'altro. Il ferro di cavallo maggiore lascia il proprio rifugio al tramonto, volando al di sotto dei sei metri con volo ondulato e lento.

Alimentazione:  Si nutre principalmente di Lepidotteri e Coleotteri, per avere ragione delle elitre dei quali è spesso costretto a portare la preda verso un appiglio, dal quale può nutrirsene con comodità. Oltre a catturare le proprie prede al volo, l'animale può anche cacciare al suolo, camminando in avanti sulle quattro zampe e scandagliando l'ambiente circostante tramite ecolocazione, muovendo la testa a destra e sinistra.

Ecolocazione:  le onde emesse da questa specie hanno frequenze comprese fra i 69 e gli 83 kHz, con maggiore energia concentrata nelle emissioni a 81 kHz e durata media di ciascuna emissione di 37,4 ms.

Riproduzione:  L'accoppiamento avviene fra la fine dell'estate e l'inizio delle primavera: nell'imminenza del parto (che avviene fra giugno ed agosto, anche se la durata effettiva della gestazione è di 2-3 mesi circa) le femmine si riuniscono in colonie monosessuali di un centinaio di individui, nell'ambito delle quali danno alla luce un unico cucciolo, che apre gli occhi a una settimana circa d'età ed è in grado di volare attorno al mese di vita. I cuccioli si allontanano dalle madri a due mesi circa, anche se le femmine non raggiungono la maturità sessuale prima del terzo anno di vita (quarto alle latitudini più settentrionali) ed i maschi prima del secondo anno. La speranza di vita media di questi animali è di circa 5 anni, anche se essi possono vivere fino a 30 anni: tale valore li rende i chirotteri europei più longevi in assoluto.

Rischio:  LC - Rischio minimo